È obbligatorio il notaio per l’eredità?
Dichiarazione di successione e gli adempimenti fiscali
La specifica preparazione in riferimento al diritto successorio rendono l’intervento del notaio nei casi di eredità importante, ma non sempre obbligatoria.
Uno degli aspetti più complessi dell’eredità è legato alla dichiarazione di successione alla quale a sua volta è legata la modulistica per il pagamento delle imposte e tasse dovute all’Agenzia delle Entrate. La compilazione dei documenti necessari potrebbe anche risultare semplice, ma l’iter per l’eredità deve risultare completo, rispettare delle tempistiche, la dichiarazione registrata presso gli enti di riferimento (Agenzia delle Entrate e catasto in primis) e così via.
Se nell’eredità sono coinvolti più eredi o nel caso il de cuius fosse proprietario di un’impresa, l’eredità diviene complessa e il notaio il più valido dei consigliari oltre che il più preparato nel redigere gli atti e portare a termine la burocrazia necessaria. Ulteriori funzioni che uno studio notarile svolge si differenziano in base al tipo di eredità: vedi Notaio per successione testamentaria e legittima e nel caso sia presente un testamento vedi La funzione del Notaio nelle diverse forme di testamento.
La legge prevede inoltre diverse possibilità anche in riferimento all’accettazione della stessa o alla sua rinuncia e ognuna di queste è funzionale al pagamento di un’imposta sulle successioni. Gli adempimenti fiscali, senza i quali non si può disporre del bene ricevuto in eredità, devono essere corretti (se non si vuole rischiare di incorrere in sanzioni) e regolarizzati entro 12 mesi dalla dichiarazione di successione.
In riferimento alle tempistiche si precisa che il diritto di accettazione di un’eredità va in prescrizione dopo 10 anni, ma dal momento in cui questa viene avviata, il tutto deve essere portato a termine entro un anno.
Nel caso di più eredi legittimari è la legge a stabilire la percentuale di quota che spetta di diritto ad ognuna delle parti. Nel dettaglio:
- Al coniuge senza figli andrà metà del patrimonio (sia in regime di comunione o separazione dei beni) mentre 1/4 andrà ai genitori.
- Al coniuge con figli andrà 1/3 dell’eredità mentre 1/3 al figlio se unico. Se il de cuius aveva più figli, 1/ 4 dell’eredità spetterà al coniuge mentre la metà ripartita tra i figli.
- Al coniuge, a prescindere dalla presenza o meno di figli, andrà inoltre il diritto di abitazione dell’immobile e di tutto il mobilio correlato.
- Ai figli, in assenza di un coniuge andranno 2/3 dell’eredità, se il figlio è unico la quota si riduce alla metà del patrimonio.
- Ai genitori, in assenza di un coniuge e di figli, spetterà 1/3 del patrimonio.